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|title=DiNaMics (DIagNostics And MonItoring for ConServation), un dataset per la valutazione dei trattamenti conservativi
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==DiNaMics (DIagNostics And MonItoring for ConServation), un dataset per la valutazione dei trattamenti conservativi==
DiNaMics (DIagNostics And MonItoring for ConServation), un dataset per la valutazione dei trattamenti conservativi. Rachele Manganelli Del Fà1, Stefano Cerreti1, Irene Malesci1, Maria Perla Colombini1 1 Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC-CNR), Sesto Fiorentino (FI), Italia {manganelli,cerreti,malesci,direttore}@icvbc.cnr.it Abstract. DiNaMics (DiagNostics And MonItoring for ConServation) is an information system born to improve and increase the feature of a database created to relate the durability of conservation treatments with heterogeneous data (climate data, environmental condition, material, etc.). Upgrade with new information, derived from the activities of the Institute for the Conservation and Valorization of Cultural Heritage, DiNaMics could be a support to figures and corporations operating in the field of Cultural Heritage, with the future prospect of the creation of an “expert system” for the evaluation of the conservation work according to the parameters inserted. Keywords: Conservation treatments, Durability, Information system, Database 1 Introduzione Oggi si avverte l’esigenza di utilizzare le nuove tecnologie digitali anche nel settore dei Beni Culturali, basti pensare alla catalogazione bibliografica già operativa attraverso l’OPAC (On-line Public Access Catalogue) che ha ormai da anni sostituito i vecchi cataloghi cartacei. Allo stesso modo i musei di varie città si sono forniti di archivi digitali per la catalogazione del loro patrimonio: si pensi agli archivi digitali, consultabili on-line, del Polo Museale Fiorentino con schede illustrate di molte opere e una sezione dedicata interamente agli inventari. Anche altri settori risentono della necessità di poter usufruire di strumenti informatici per la consultazione delle informazioni relative alla conservazione dei Beni Culturali; nascono così sistemi in grado di riportare, per i singoli manufatti, la documentazione delle indagini e dei trattamenti eseguiti, e gli interventi di restauro recenti e passati [1]. Tra gli obiettivi che vengono perseguiti dagli enti di ricerca e gli operatori preposti alla tutela ed alla conservazione dei Beni Culturali, c’è quello della durabilità nel tempo dei trattamenti conservativi e di restauro, effettuati su manufatti di rilevante importanza storico-artistica. 129 In letteratura numerosi sono gli esempi di verifica di trattamenti effettuati su edifici di importanza storico/artistica [2-4], o prove di laboratorio sulla resistenza di prodotti sottoposti a cicli di invecchiamento accelerato [5-12], ma non esistono strumenti che siano in grado di “correlare” le prestazioni di trattamenti protettivi o consolidanti e la loro durabilità nel tempo, con diverse tipologie di materiali o substrati, e le condizioni climatiche a cui queste sono sottoposte. In altre parole non è possibile ricavare in maniera diretta e semplice, ma comunque basata su dati scientifici, i prodotti più appropriati per un determinato tipo di supporto, esposto a specifiche condizioni ambientali. Avere a disposizione un database contenente un’ampia casistica di trattamenti, effettuati sia in situ che in laboratorio, da cui sia possibile estrapolare le informazioni sulle prestazioni di prodotti per la conservazione ed il restauro applicati in situazioni diverse, rappresenterebbe un valido aiuto a coloro che si occupano di conservazione dei Beni Culturali. Proprio questa esigenza ha portato, durante il progetto TeCon@BC: tecnologie per la conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali (POR FERS 2007-2013), alla realizzazione di un sistema informatico per relazionare la durabilità dei trattamenti conservativi con dati eterogenei come dati climatici ambientali, parametri che descrivono lo stato di conservazione di un manufatto, il litotipo o il substrato, e le caratteristiche dei prodotti utilizzati per la conservazione ed il restauro [13]. 2 Prospettive oltre lo stato dell’arte Il database (Conexp) messo a punto durante il progetto TeCon@BC, si proponeva di definire le strategie per la conservazione di manufatti lapidei, partendo dalla conoscenza del litotipo e delle condizioni ambientali, analizzando dati eterogenei ricavati da fonti diverse, per individuare i materiali e le tecniche più appropriate per il restauro e la conservazione. Conexp gestiva tutte le informazioni relative al materiale (litotipo) ed alla natura del substrato, tipologia e metodologia di applicazione del prodotto utilizzato per la conservazione, condizioni ambientali e, qualora si trattasse di prove effettuate in laboratorio, i dati relativi all’invecchiamento artificiale. I dati ambientali erano riassunti sotto forma di valori medi ricavati da dati storici metereologici degli ultimi dieci anni (2001-2010) reperibili via web; quando possibile i dati climatici erano ricavati direttamente da sensori posti sul manufatto, i cui dati venivano elaborati direttamente dal sistema ArcheoSensig. Dalla correlazione ed il confronto tra i risultati ricavati da ArcheoSensing e Conexp, era possibile valutare la durabilità dei trattamenti in relazione al materiale, il degrado e le condizioni ambientali a cui questo era sottoposto. Anche se l’ICVBC ha da sempre posto particolare attenzione alle cause di deperimento dei materiali lapidei, si trova ad operare anche su manufatti metallici, superfici dipinte e decorate e, negli ultimi anni, molte sono state le esperienze sui nuovi materiali utilizzati nell’arte contemporanea (colori acrilici, materiali plastici, 130 ecc.) che molto spesso si trovano esposti all’aperto (arte ambientale) e del cui comportamento poco ancora si conosce [14]. Le informazioni contenute in Conexp su un solo tipo di materiale (materiali lapidei), rispecchiavano si le esigenze relative al progetto, ma escludevano molti materiali che costituiscono le opere d’arte in genere: da quelli più comunemente utilizzati, a quelli impiegati nell’arte contemporanea. Di questi ultimi, come già detto, poco si conosce del loro comportamento nel corso del tempo, sia dal punto di vista del degrado (prodotti del degrado e velocità di deperimento), sia su quanto e come le condizioni ambientali influiscano sulla loro conservazione (tempistiche di intervento e scelta di materiali per la conservazione ed il restauro). Alla luce di queste nuove considerazioni, DiNaMics (DIagNostics And MonItoring for ConServation) riprende la stessa struttura del database sviluppato in precedenza, ma con la precisa intenzione di ampliarne i contenuti e le funzionalità. Concentrandosi quindi in particolar modo sulle esperienze dell’Istituto, si vuole offrire l’accesso a tutte le informazioni sui prodotti, applicati sia in situ che in laboratorio, utilizzati per la conservazione ed il restauro dei manufatti di interesse storico-artistico, e al comportamento dei nuovi materiali esposti all’aperto. Aggiornando il database in maniera efficiente, contando sulla collaborazione dei singoli ricercatori dell’istituto, sarà possibile contribuire, anche se in minima parte, alla diffusione di esperienze e conoscenze per tutte quelle figure ed enti che si occupano di Conservazione. 2.1 La progettazione di DiNaMics Per la realizzazione del database, per prima cosa, è stato necessario individuare tutti quei parametri che risultano essere più significativi per la descrizione dello stato di conservazione del materiale costitutivo e le condizioni ambientali a cui questo è esposto (Fig. 1). È bene sempre tenere presente che i parametri descrittivi dello stato di conservazione devono essere misurati attraverso metodologie semplici, non distruttive o micro invasive [15], e sono da scegliere quelli più significativi per il tipo di materiale. Ad esempio, quando si tratti di un materiale lapideo, particolare importanza assumono le capacità di assorbimento d’acqua e le sue caratteristiche meccaniche, oppure per i materiali come i metalli è importante determinare l’eventuale presenza di alterazioni della lega e fenomeni di corrosione attiva. Allo stesso modo per la scelta dei parametri ambientali che maggiormente influiscono sullo stato di conservazione e la durabilità dei prodotti, sono da considerarsi più significativi i dati relativi alle variazioni termo-igrometriche, concentrazione di inquinanti, quantità di pioggia e irraggiamento solare; ovviamente sono da preferire i dati provenienti da sensori di rilevamento ambientale [15] posti direttamente in situ. I parametri sopra descritti sono solo alcuni di quelli scelti per la compilazione del database e non sono da considerarsi esaustivi per una completa descrizione dei fattori che possono causare il degrado delle superfici ed il deterioramento dei trattamenti; per 131 questo il dataset è stato progettato in modo tale da consentire l’inserimento di nuove opzioni senza dover intervenire sulla programmazione. Il database DiNaMics è costruito su piattaforma MySQL [16], tutte le procedure di accesso e gestione sono in PHP (Hypertext Preprocessor), prodotte in massima parte ricorrendo ad un ambiente di sviluppo PHP [17] ed ad un ambiente interattivo per lo sviluppo di pagine HTML5/CSS3 [18]. Il ricorso ad ambienti di sviluppo offre il vantaggio di creare facilmente insiemi di pagine PHP, HTML5/CSS3 per accedere e modificare qualsiasi database MySQL remoto o locale, e di mettere in produzione molto velocemente tutte le procedure necessarie per l’accesso e la gestione del database via web, e l’archiviazione di tutto il sito tramite un unico file di progetto. Consente inoltre la modifica delle procedure in maniera semplice anche da parte di persona diversa dal progettista iniziale, con il solo requisito di conoscere gli ambienti di sviluppo utilizzati. Tutto il sito realizzato per il database risulta quindi costituto da 2 files: uno del progetto PHP e l’altro del progetto Web, ai quali va poi aggiunto un file di tipo SQL contenente i dati. Questi 3 files costituiscono il pacchetto che consente, in caso di necessità, la migrazione dell’intera applicazione su un’altra piattaforma hardware a condizione che si disponga dei software di sviluppo, di un server Web/PHP e di un server MySQL. DiNaMics si articola su 7 tabelle, la principale, quella denominata Treatments, associa ad ogni tipologia di trattamento un identificativo numerico (ID) che viene utilizzato come chiave di accesso alle altre tabelle che costituiscono e completano il database, di seguito vengono descritti, in maniera riassuntiva, i campi che costituiscono le singole tabelle. La tabella Treatments, come abbiamo detto, è la tabella principale: contiene le informazioni relative all’intervento vero e proprio come, ad esempio, se l’intervento è avvenuto in laboratorio o in situ, identifica il “bene” sul quale si sta intervenendo (Asset) ed individua una eventuale zona specifica dove sono stati effettuati i trattamenti o le analisi diagnostiche e definisce, nel caso di provini utilizzati in laboratorio, la loro dimensione e provenienza. Contiene inoltre le informazioni relative al materiale costitutivo dell’opera o al tipo di substrato, le tipologie di degrado presenti sulla superficie e il tipo di intervento, sia che si tratti di una campagna diagnostica per l’individuazione dei materiali costitutivi o per l’individuazione delle cause di degrado, sia che si tratti di applicazioni di prodotti per la conservazione ed il restauro, ed il loro successivo monitoraggio per valutarne le prestazioni e la durabilità. Ad ogni intervento viene attribuito un numero identificativo che costituisce la chiave per legare in relazione uno a molti le tabelle Methods, Pollution e Images, che ne costituiscono i dettagli. Queste tre tabelle contengono tutte le informazioni relative all’intervento effettuato in situ o in laboratorio: il tipo di strumentazione usata per la diagnostica o il monitoraggio, il nome del prodotto utilizzato con il suo solvente e la metodologia di applicazione, le date dei singoli interventi, ecc. (tabella Methods); le informazioni 132 relative ai fattori inquinanti agenti sul sito o sul particolare architettonico sul quale è stato effettuato il trattamento (tabella Pollution) ed infine, se presenti, le immagini relative alle fasi di intervento (tabella Images). Alla tabella principale Treatments, sono infine legate altre due tabelle: la tabella Asset, che contiene le informazioni generali riguardo all’intervento effettuato in situ, la collocazione geografica del bene, e tutte le informazioni ambientali registrate dai sensori posti in situ. Questa tabella è legata tramite la chiave Asset alla tabella Treatments in relazione uno a uno. Infine la tabella Lithotype, legata tramite la chiave Lithotype con una relazione uno a uno alla tabella principale, contiene le informazioni di carattere petrografico sul litotipo oggetto dell’intervento; il campo di appartenenza del litotipo, individuato su base geologica (ad esempio magmatico, metamorfico, ecc.), è invece contenuto nella tabella Gruppi litologici. Quest’ultima tabella è costituita da un solo campo ed ha funzione unicamente strumentale di input tramite menu, come altre tabelle presenti nel database che qui non sono citate per brevità. L’amministratore, modificando il contenuto di queste tabelle, modifica le voci dei menu a tendina utilizzati nei pannelli di inserimento, modifica dei dati e di ricerca. L’accesso esterno alle informazioni avviene tramite percorsi guidati per Asset, classificazione petrografica, o tramite maschere di ricerca più complesse. Qualora si volesse effettuare questo tipo di ricerca, la maschera permette di incrociare, con operatori AND, OR, NOT le informazioni delle tabelle Lithotype, Treatments e Methods. 2.2 Conclusioni DiNaMics vuole proporsi come supporto a tutti gli enti e figure professionali che operano nell’ambito della Conservazione dei Beni Culturali, al fine di: - una corretta scelta dei trattamenti conservativi fornendo informazioni, su base scientifica e tramite prove di laboratorio, sulla loro durabilità nel tempo in relazione al supporto su cui sono stati applicati, le condizioni ambientali a cui le superfici sono esposte ed i metodi applicativi; - individuare, su un’ampia casistica di materiali, i processi di degrado e la loro evoluzione nel tempo per le opere esposte all’aperto. Ovviamente il lavoro su questo strumento non è assolutamente da ritenersi concluso, ancora molto deve essere fatto e molti ancora i dati da inserire per migliorarne l’affidabilità. Prospettiva futura è quella di riuscire a creare un sistema informativo "esperto" in grado di valutare gli interventi conservativi e di restauro in base ai parametri inseriti. 133 Fig. 1. Alcuni dei parametri più significativi per la descrizione dello stato di conservazione del bene strettamente legati alla tipologia di intervento considerati in DiNaMics. Ringraziamenti Gli autori desiderano ringraziare la Dott.ssa Mara Camaiti (IGG - CNR) e il Prof. Piero Frediani (UNIFI) responsabile del progetto TeCon@BC: tecnologie per la conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali (cofinanziato dalla regione Toscana, POR FERS 2007-2013), ambito nel quale è stato concepito il database Conexp che si trova alla base di questo nuovo strumento. Bibliografia 1. Baracchini, C.: Programmare, progettare e comunicare in rete la conservazione del patrimonio: SICaR e ARISTOS, due strumenti per più obiettivi. In: ARKOS Scienza e Restauro, vol. 24, pp. 22-25. Editinera, Roma (2010) 2. 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