La ceramica decorata appenninica: un network peninsulare della media Età del Bronzo Benito Alberto Ricciardi1, Mariele Proietti2, Alessandro Guidi1, Federico Nomi1 1 Università Roma Tre, Roma, Italia alberto.b.ricciardi@hotmail.it; alessandro.guidi@uniroma3.it; nomifederico@gmail.com; 2 Sapienza Università di Roma, Roma, Italia marieleproietti@gmail.com Abstract. The paper deals with the database of advanced Middle Bronze Age decorated pottery (“Appenninico”), a peculiar type of ceramic that was the focus of the 1959 Puglisi’s book presenting a corpus implemented in the following years till 1995. A Roma Tre seminar was dedicated to the updating of this corpus, giving birth to a geodatabase that we hope to convert soon in a WebGis Keywords: Bronze Age, Appenninico, database, WebGis . 1 Introduzione Quasi mezzo secolo fa, nel 1959, veniva pubblicato un libro, La civiltà appenninica che costituisce una pietra miliare nello studio della protostoria italiana [1]. L’autore, Salvatore Puglisi, anche grazie a un particolare itinerario che l’aveva portato a frequentare per qualche tempo Vere Gordon Childe, applicava per la prima volta all’interpretazione dei dati archeologici una prospettiva di tipo antropologico per tentare di ricostruire i modi di vita delle comunità dell’Italia centromeridionale nella media età del bronzo e in particolare nella fase appenninica. Uno dei contributi più importanti, in quest’ambito, è l’individuazione di vere e proprie cerchie di siti che presentano differenti motivi decorativi nell’ambito dello stile appenninico, caratterizzato dall’impiego di tecniche quali l’incisione e l’intaglio e da una grande varietà di motivi. Nei decenni successivi si aggiunse alla documentazione raccolta da Puglisi un’enorme mole di materiali dovuti sia a ricerche scientifiche (scavi e surveys), sia alle scoperte effettuate da gruppi di volontari, sia infine a rinvenimenti occasionali dovuti soprattutto a sbancamenti, lavori edilizi, e stradali e attività di cava. 136 Spetta a Ida Macchiarola [2] il merito di avere realizzato una prima opera di sintesi pubblicata nel 1987 su La ceramica decorata appenninica in Italia, il cui fulcro è costituito dall’individuazione di diversi gruppi di siti e dalla costruzione di una rigorosa tipologia dei vari motivi decorativi, corredata da utili carte di distribuzione. Un ulteriore passo avanti era la realizzazione, nel 1995 di un libro [3] in cui la stessa Macchiarola assieme a Isabella Damiani e sotto la guida di Daniela Cocchi Genick proponevano in base a una tipologia non più dei soli motivi decorativi, ma ora di tutte le fogge e i tipi ceramici dell’Italia centro-meridionale, una nuova suddivisione dei gruppi di siti appenninici. Negli ultimi venti anni le nostre conoscenze dei siti con materiali appenninici sono enormemente cresciute, e con loro è cresciuta la necessità di uno strumento che permettesse di convogliare e analizzare tutto questo patrimonio di siti e motivi decorativi. 2 Il seminario sui motivi decorativi della ceramica appenninica La Cattedra di Archeologia Preistorica e Protostorica dell’Università degli Studi di Roma Tre (Prof. A.Guidi) da anni porta avanti indagini territoriali che hanno più volte portato alla luce nuove evidenze riferibili alle media età del bronzo. Tra questi eclatante è stato il rinvenimento, tramite un survey terrestre effettuato nel 2012, del Cornaleto, un nuovo sito d’altura collocato nel versante occidentale del Vallo di Diano (SA) [4]. Quest’attestazione ha una duplice importanza, essendo q uasi totalmente sconosciute in quell’area evidenze d’abitato, e per l’incredibile mole di elementi ceramici pertinenti a questa fase avanzata della media età del bronzo, oltre 30000 frammenti fittili, di cui 1000 decorati nel tipico stile appenninico. Questa mole improvvisa di dati ha indirizzato una didattica seminariale che potesse riprendere tematiche ormai ferme da circa 20 anni. È stato quindi avviato un censimento, da parte degli stessi studenti del corso, di tutto l’edito ed è stata effettuata una ricognizione bibliografica per aggiornare il dato. Il tutto è stato portato su una piattaforma geografica che permettesse di verificare le vecchie distribuzioni dei siti, con le cerchie decorative di pertinenza analizzate dagli studiosi in precedenza, con le nuove attestazioni, il tutto creando dei collegamenti ipertestuali che consentissero la visualizzazione istantanea del motivo selezionato. 3 Un database per una nuova gestione informativa della ceramica decorata appenninica Il database è stato costruito con l’intenzione di creare uno strumento che sia fruibile ed aggiornabile; a tale scopo è stato utilizzato un Gis freeware ed opensource quale è QGIS. Nel database sono stati inseriti vari livelli di informazione (siti, anagrafica dei siti, coordinate geografiche, motivi decorativi, anno di pubblicazione del sito, 137 numerazione seriale, collegamento alla scheda sito in PDF) che rendono il geodatabase interrogabile in modo versatile. Figura 1 – Distribuzione siti Bronzo Medio 3 aggiornata con delimitazione delle cerchie 138 Figura 2 – schermata del Gis con distribuzione dei siti “vecchi” e “nuovi” Figura 3 – esempio di distribuzione del motivo 29C con database e scheda di sito collegati 139 4 Implementazione ed accessibilità: prospettive future Il nostro scopo è essenzialmente creare una piattaforma in ambiente WebGis che tutti gli studiosi possano utilizzare per implementarla e metterla a disposizione dell’intera comunità scientifica, uno strumento dunque di consultazione e al tempo stesso di supporto della ricerca. Pensiamo inoltre che questa prospettiva di ricerca possa inserirsi nello studio di tecnologie computazionali applicate alla ricerca archeologica. Bibliografia 1. Puglisi S.M., La civiltà appenninica. Origine delle comunità pastorali in Italia, Firenze 1959. 2. Macchiarola I., La ceramica appenninica decorata, Roma 1987. 3. Cocchi Genick D., Damiani I., Macchiarola I., Aspetti culturali della media età del bronzo dell’Irtalia centromeridionale, Firenze 1995. 4. Guidi A., Nomi F. cds, Centri d’altura della media età del bronzo nel Vallo di Diano e nelle aree limitrofe, in Pacciarelli M., a cura di, Centri fortificati indigeni della Calabria dalla protostoria all’età ellenistica, Atti convegno, Napoli, 16-17/1/2014). 140